Il secolo XVI è l’epoca in cui si considera che il cacao fu introdotto nell’Isola dai colonizzatori spagnoli, dopo la conquista del Messico.
La sua coltivazione e consumo come bevanda principale a colazione, si stabilirono posteriormente alla canna da zucchero e al tabacco. Il suo sviluppo coincide con l’auge dell’industria del caffè, al principio del XVIII, secolo, avendo come principali zone di produzione San Juan de los Remedios, nella regione Centrale l’Oriente Cubano. Questa tappa è stata considerata come il detto “secolo del cioccolato cubano”.
Attualmente le maggiori estensioni di questa coltivazione si trovano soprattutto nelle province orientali di Guantánamo, Santiago di Cuba, Granma ed Holguín.
Baracoa, la prima città fondata nell’epoca coloniale, nell’estremo oriente del paese, è famosa come “la capitale cubana del cacao”. Grazie alla miscela di un clima favorevole, la saggezza popolare e molta vocazione, lì si sostiene la tradizione iniziata dagli emigranti francesi nella zona, tanto che oggi significa circa l’80% della produzione nazionale. Jamal, Mosquitero, Güirito e Sabanilla sono le zone di maggior coltivazione nell’area. Il loro prodotto raffinato, ecologico e molto aromatico, è stato apprezzato mondialmente in diverse occasioni. Qui è presente un’industria che coniuga l’elaborazione di confetture, banchi di sementi e centri d’investigazione.
 Inoltre esistono percorsi turistici che mettono a fuoco l’esperienza vissuta della coltivazione, del racconto e dei benefici di questo frutto, la sua elaborazione artigianale e anche qualcosa della museologia associata. In questo modo, la zona si vincola con maggior forza e protagonismo al progetto regionale “La rotta del cacao”, coordinato dall’ Ufficio UNESCO per l’America Latina e i Caraibi.

Le piantagioni del Caffè Arabico in Cuba datano dalla metà del XVIII secolo, quando si stabilirono le prime piantagioni di caffè di cui si ha notizia, nella zona di El Wajay, attuale provincia de L’Avana.
il clima subtropicale del paese, ubicato tra i tropici del Cancro e del Capricorno, con temperature medie tra 23 e 28 gradi, come quelle che si registrano nelle zone montagnose ad altezze tra 350 e 750 metri sul livello del mare, favoriscono in modo considerevole questa coltivazione.
L’arrivo dei franco - antillani, provenienti da Haití, quando in questa nazione dei Caraibi avvenne la prima rivoluzione indipendentista dell’America Latina, nel 1801, oltre ad arricchire con nuove componenti il mosaico etnico -culturale cubano, fomentò in modo significativo l’estensione dell’agricoltura e dell’industria del caffè nell’Isola Grande.
Dalle regioni meridionali dell’Oriente Cubano, giunsero sino all’estremo occidente della geografia insulare, dando luogo, attualmente, a tre zone produttrici fondamentali, situate nei massicci:
- Sierra Maestra e Nipe-Sagua-Baracoa, nella regione Orientale.
- Guamuahaya, più noto come Sierra dell’Escambray, nel Centro.
- Sierra de los Órganos, nell’Occidente.
Si può affermare - edonismi a parte – che il caffè in Cuba cresce nell’ atmosfera. Sono pochi i momenti nella vita dei suoi abitanti in cui il paradigmatico “nettare nero degli dei bianchi”, non è presente.