L’Avana è una città chiassosa, trepidante, e la sua gente ha appreso a godersela. Una città che oggi si apre ad altre sensazioni e dove sorgono nuove opportunità. La capitale cubana offre diversi volti: maggiormente problemática di giorno, coloro che vi abitano o la visitano, di notte si danno il lusso di rilassarsi a loro piacimento.

Un giorno di sfide
Il giorno non comincia con il canto del gallo. Altri rumori all’alba fanno de L’Avana una città chiassosa sin dal sorgere del sole. È così dal XVII secolo, quando il porto havanero cominciava a farsi notare come una sosta imprescindibile per le flotte delle navi spagnole e per molte altre navi che attraccavano di nuovo qui, provenienti dai porti più vicini. Inoltre anche corsari e pirati famosi giunsero più di una volta.
Una città di fronte al mare si risveglia ogni giorno in un modo differente: il sole, l‘aria e le onde non accarezzano allo stesso modo tutti i giorni. Solo la fretta è la stessa. L’Avana delle sette di mattina è come un formicaio dove si sente il rumore delle automobili, confuso con le porte delle scuole, i negozi e altri centri di lavoro. Se guardi il viso degli havaneri a quest’ora, non indovinerai un solo pensiero, sono mille cervelli collegati che ripassano l’agenda pianificando la settimana o costruendo il loro progetto del mese, dell’anno o chi sa se della vita.
Più di unmilione di persone attraversa la città ogni giorno da nord a sud e da est e ovest, ma non è una città piccola. Lo sarebbe se la si paragona a Sao Paulo, New York o al DF messicano, la poche metropoli dei Caraibi si possono paragonare a queste. Senza dubbio è più grande di San José della Costa Rica e di San Francisco, in California. L’Avana somiglia di più a Santo Domingo e a Cartagena de Indias, se pensiamo nelle sue zone storiche, i suoi lungomare e la gustosa musica che si ascolta ad ogni ora. Sono tre città sorelle nella risata e nella nostalgia di fronte al mare.
L’Avana è molto adatta per gli eventi di ogni genere, da quelli di carattere culturale, che riescono a mobilitare la maggior parte dei suoi abitanti e dei visitatori, sino ai più piccoli incontri o quelli specializzati, che mostrano la diversità di un paese.

Notte di ronda
Godere la vista di un tramonto seduti nel Malecón è una specie di poema sinfonico. Io ho aspettato l’aurora ai piedi del Cristo di Casablanca e, molte ore dopo ha visto cadere l’astro re, già stanco, all’altro lato della città, dentro il mare, portando la notte. Altri tramonti singolari de L’Avana si offrono nel bar-ristorante La Torre, in cima all’edificio Focsa, uno dei grattacieli havaneri, da dove la città comincia a mostrare le sue lucine e i semafori ci strizzano l’occhio complici della notte che arriva per essere goduta nei suoi luoghi più nascosti. Allora gli spazi cambiano di colore, i suoni sono differenti dai rumori del giorno e gli ambienti più complici s’incontrano sotto i tavoli dei clubs notturni.
La notte trasforma la città in un luogo differente da quello che abbiamo attraversato poche ore fa. Far scorrere il sipario di un teatro, aprire gli occhi nell’oscurità, annusare gli odori che porta il mare, sfiorare una pelle ben vicina, sentire come la prima bevanda scende per la gola e si manifestano i desideri, i sorrisi e le voglie di mangiarsi la città. Già siamo pronti per un percorso di quest’altra Avana, notturna e seducente! Stiamo giungendo al Paradiso quando si ode un boato secco e antico: bum!
La notte avanera comincia con un colpo di cannone alle nove (le 21.00) in punto. È un’antica tradizione nata nel XVI secolo, quando la città di allora era circondata da una muraglia con varie porte, e si annunciava così la loro chiusura fino all’alba per evitare l’entrata di delinquenti. Una cannonata continua ad avvisare che sono le nove di sera in punto: è l’ultima volta che si guarda l’orologio, perchè il tempo si trasforma in una brezza soave che viene dal mare e in una strana musica che scende dal cielo e ci fa ballare, attraversare le strade, scendere le scale dei clubs notturni, andare nei ristoranti e nei caffè poco illuminati...
Si devono saper scegliere le nostre notti a L’Avana. Se ci piace il cabaret, Tropicana sarà il più classico, con il Salón Rojo o il Cabaret Parisién nel lussuoso Hotel Nacional. Ma saranno lussuose anche le notti nei locali esclusivi come La Zorra y el Cuervo, dove si ascolta il miglior jazz di Cuba. Le opzioni si moltiplicano nel El Gato Tuerto, un altro locale vicino che offre, in una sola notte, tre shows differenti con i migliori musicisti cubani. Poi, se si attraversa tutta calle Línea dal Malecón e sino al tunnel con lo stesso nome, giungiamo a Miramar, che nella notte smette d’essere la zona delle ambasciate e degli uffici e si trasforma nel luogo più chic della città. Lì certe ville di antichi milionari sono oggi ristoranti, locali e discoteche di vistoso disegno.
L’Avana è una notte tremenda. Si deve solamente essere disposti ad attraversarla e a scoprirla … È una notte di ronda, di rivelazioni fatta per essere raccontata a voce bassa e per viverla pienamente. Se non esistesse la notte, L’Avana sarebbe una triste città di fronte al mare, marcata da ondate insolenti e affogata nella quotidianità. Ma un strana luce copre le persone, i colori e i segreti della città con un velo allegro e pieno di speranza: tornerà la notte e torneremo a lei, patria dell’esagerazione, concerto del piacere, dove saremo sempre invitati.